mercoledì 23 novembre 2011

Il cuoco di bordo ovvero l'Isola del Tesoro: Una storia per ragazzi


Il titolo del nostro post era anche il titolo provvisorio con cui Stevenson si riferiva al suo capolavoro "L'isola del tesoro" in una lettera all'amico W.E, Henley. Se questo non attira i ragazzi, allora sono proprio dei degenerati dai miei tempi, continua lo scrittore, sancendo l'inizio della letteratura di genere per ragazzi.
Ben centoquattordici anni dopo un bimbetto biondo di dieci anni leggeva il titolo dorato, sulla copertina del romanzo di Stevenson. Quel ragazzino ero io e a distanza di anni , quattordici ad essere precisi, sono diventato più alto, ho capito che le ragazzine non erano così noiose, ma il libro di Stevenson ancora esercita su di me un fascino impressionante. Ho ricominciato a leggere L'Isola del Tesoro questo pomeriggio, sicuro di leggerne qualche pagina prima di addormentarmi. Sorprendentemente, e con mia somma gioia, non solo non sono riuscito a chiudere occhio, ma sono stato rapito dalle pagine del libro proprio come la prima volta. Deve esserci, nel lavoro di Stevenson, il segreto della giovinezza, perché il libro non è, a dispetto di quanto egli stesso sostenga, una storia per ragazzi, bensì una storia che fa tornare ragazzi. L'assimilazione del punto di vista di Jim Hawkins, il protagonista e voce narrante della storia, è pressocché immediata. Dopo poche righe, anche se siamo cresciuti, non possiamo non provare la stessa paura di Jim nei confronti del Capitano e poi di Black Dog e del misterioso Cieco. L'isola del tesoro non ha camera di decompressione, niente tempo per farti ambientare o per prendere fiato prima del tuffo, è azione allo stato puro.
Centoquattordici anni dopo la sua pubblicazione il libro di Stevenson mi fece innamorare delle storie d'avventura, decretò il mio odio profondo per Il Piccolo Principe e la mia venerazione per le Storie.
Non penso che questa mia pseudo recensione possa continuare su binari di obbiettività, questo perché, è una lettera d'amore indirizzata a uno dei miei incrollabili miti e un invito a tutti quelli che non l'avessero ancora fatto, a tornare per qualche ora all'unica isola che non c'è che io abbia mai davvero conosciuto... accompagnati per l'occasione, non da un metrosexual in calzamaglia verde, ma da un burbero bestemmiatore con la gamba di legno.

MM

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