sabato 2 marzo 2013

Batman Death of the Family


[Attenzione Spoiler a profusione e impossibilità di rileggere quel che scrivo, alta possibilità di refusi... vi voglio bene e credo in voi però]

Sono stato in altri affari affancendato, ma mica ho smesso di leggere, quindi beccatevi sta recensione lampo e fatemi tornare agli affari che mi affaccendano.



E' finita la seconda run su Batman, sempre Snyder e Capullo al timone. Come prima osservazione vorrei far notare come sia decisamente più piacevole leggere una serie che mantiene il team creativo per più di dieci tavole. Negli ultimi anni Marvel e Dc ci hanno bombardato di produzioni in cui non facevi a tempo ad affezionarti al look del tuo eroe, al tratto di un disegnatore, che ti sfilavano via da sotto i piedi le tue certezze, come il trucco della tovaglia, ma fatto male. Secondo il mio parere, quindi quello di uno scemo, prendetelo per quel che è, il lavoro di Morrison su Batman è stato massacrato anche dal continuo cambio di disegnatori (e dal fatto che ogni tanto quando si tratta di Morrison non so se sono io troppo scemo o effettivamente è lui che complica un po' troppo le cose).
Snyder e Capullo invece procedono come treni, creando, subito dopo The court of Owls, un secondo ciclo ancora più imponente del primo. C'è Joker, un Joker più pazzo del solito se è possibile, un Joker violento e risoluto nella sua follia. Il toto scommesse su chi dei gregari di Batman dovesse morire, è partito da subito, le mie puntate erano tutte sul figlioletto di Bruce, a seccarlo invece ci ha pensato, in una run meravigliosa che mi ha riappacificato con l'autore santone, ci ha pensato Morrison in Batman inc. numero 8 un paio di settimane dopo. La risposta a chi invece dovesse morire nel ciclo di Snyder, è decisamente complessa e, proprio in questo sta la grandezza di Death of the Family. Non è un membro della squadra a morire, è l'idea stessa di famiglia, di gruppo a cessare alla fine del ciclo. Joker, come nella tradizione delle sua migliori storie, attacca Batman dove fa più male. Non ha nessuna intenzione di ucciderlo, mina le sue sicurezze, lo porta con se nella tana del bianconiglio, lo mette difronte alle sue paure e alle sue debolezze e, anche quando finalmente Wayne riesce a salvarsi da una situazione che sembra senza uscita, anche quando il Joker sembra sconfitto, riesce comunque a avvelenare il rapporto che Batman ha con la sua Famiglia. In un colpo di scena magistrale, quando ormai sembra tutto finito, Batman chiama a se i suoi gregari per tirare le somme dell'apparente vittoria e nessuno risponde alla sua chiamata. Nessuno si fida più del pipistrello, vincitore nei fatti, ma distrutto nel suo intimo, ed è un colpo che fa male più di qualunque ferita, un colpo che piomba il difensore di Gotham in una solitudine forzata, proprio quando aveva iniziato a tessere la sua rete di sicurezza, proprio grazie alla sua strana e disfunzionale famiglia. E' il regalo malato del Joker, un modo per fortificarlo dopo, parole del pagliaccio -Essersi fatto mettere in scacco da un gruppo di pennuti- lui è tornato quel pazzo sadico che era una volta, ora vuole riportare il suo eterno antagonista alle sue origini...



Se non state ancora leggendo il Batman di Snyder vi consiglio vivamente di rinsavire, vi state perdendo la Storia del pipistrello. Non vedo l'ora esca il prossimo numero e devo dire che era una sensazione che mi mancava da un po', la febbricitante attesa di una nuova storia ambientata a Gotham.

MM 

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